top of page

TRA I SENTIERI DELL'OPRA

Guc_Tesi_Cuticchio_081219_07977.jpg

Viaggio Tra i Sentieri dell'Opra

In via Bara all’Olivella, a Palermo, custodito tra il grande Teatro Massimo e quel capolavoro barocco che è la Chiesa di Sant’Ignazio all’Olivella, vi è un luogo magico, dove ho trascorso un intero mese e dove ho lasciato il cuore: il Teatro dei Pupi Santa Rosalia, aperto da Mimmo Cuticchio, maestro dell’arte dei Pupi e del Cunto. 

Il teatro apre nel 1973, periodo in cui a Palermo i teatri dei Pupi chiudono i battenti e il pubblico interessato scarseggia, lasciando spazio ai turisti attratti esclusivamente dall’aspetto folcroristico degli spettacoli. In un periodo quindi di profonda crisi, Mimmo, che nel 1977 fonda l’Associazione Figli D’arte Cuticchio, intuisce che seppur mantenendo come valore essenziale la conservazione delle tecniche tradizionali, l’Opra aveva bisogno di un importante rinnovamento per poter sopravvivere. 

Così inizia il suo lavoro di ricerca e innovazione che lo porta da un lato ad accostare agli spettacoli tradizionali particolari rivisitazioni di antichi canovacci e la stesura di nuove storie e dall’altro a formare un nuovo pubblico puntando non sui turisti ma sui giovani, promuovendo gli spettacoli nelle scuole. Ed è proprio grazie a questo processo di trasformazione e ricerca se l’Opra è giunta a noi oggi non con “pupi appesi nelle teche dei musei” ma come un’espressione teatrale viva, con tutta la sua potenza drammaturgica, artistica, e ritmica. 

La potenza e la magia di cui l’Opra è profondamente intrisa, ho avuto modo di constatarle seguendo per intero la ricchissima programmazione che la Compagnia Figli D’Arte Cuticchio ha offerto agli spettatori durante il periodo delle feste natalizie del 2019. 

Da questo mese carico di eventi ed emozioni scaturisce il presente progetto fotografico, volto a stimolare curiosità nei confronti di un mondo che mi ha affascinata e segnata nel profondo. 

Un mondo meraviglioso, quello che mi si è dispiegato innanzi, ove le corde più intime dell’anima vengono fatte vibrare da un anelato ritorno alla semplicità e alla condivisione; un mondo unico, prezioso nella sua essenzialità, in cui sono entrata in punta di piedi, cercando di carpire con i miei occhi e il mio obiettivo ogni piccolo dettaglio, ma nel quale invece sono stata io ad essere rapita; un mondo abitato dalle preziose anime dei pupi e delle splendide persone che vi gravitano attorno; un mondo nel quale mi sono spesso scontrata con l’impossibilità di poterlo raccontare nella sua totalità; un mondo di cui si può comprendere la quintessenza solo immergendovisi completamente, spogli da ogni futile zavorra. 

bottom of page